Contratto di lavoro a tempo determinato e maternità

Essere in dolce attesa durante un contratto di lavoro atipico che cosa comporta? Quali sono i diritti che si hanno?

Far coincidere contratto a tempo determinato e maternità non sempre è così facile, perché, spesso, si risulta disinformati sui diritti che spettano alle future mamme. Eppure, esiste una sorta di protezione a loro favore per l’ultimo periodo della gravidanza e anche in alcuni momenti successivi, anche in occasione della scadenza del contratto nel corso della maternità. Le donne incinte possono, quindi, usufruire liberamente di questo diritto secondo la legge, l’importante è attestare il proprio stato interessato tramite certificato medico da presentare al datore di lavoro e all’INPS.

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Requisiti per contratto a tempo determinato e maternità obbligatoria

Partendo da alcuni diritti fondamentali che collegano contratto a tempo determinato e maternità, il datore di lavoro non può licenziare la lavoratrice eccetto che in rare occasioni che abbiano seriamente compromesso il rapporto lavorativo. Inoltre, se si praticano mansioni pesanti e faticose, si ha diritto di astensione fino a sette mesi dopo il parto e, a questo punto, dovrà venire assegnato un altro tipo di lavoro più salubre.

Per quanto riguarda contratto a tempo determinato e maternità obbligatoria, questo periodo dura, in genere, cinque mesi suddivisi tra i due che precedono il parto e quelli rimanenti dopo la nascita del bambino. Questo periodo può anche subire alcune variazioni in base al posto di lavoro, allo stato della gravidanza ed eventuali complicazioni, fino a un’astensione di tre mesi precedenti al parto. Lo stipendio percepito equivarrà all’80% (anche il 100% in alcuni casi particolari).

Cosa succede in caso di scadenza del contratto durante la maternità?

Nel caso in cui avvenga una scadenza del contratto durante la maternità, la lavoratrice avrà comunque diritto all’indennità di maternità, a seconda delle diverse situazioni. Se sono trascorsi meno di 60 giorni dalla scadenza al parto non c’è alcun problema, mentre nel caso di un numero di giorni superiore a 60 occorre ricevere l’indennità di disoccupazione, in caso contrario non devono essere trascorsi oltre 180 giorni.

Possono anche essere associati contratto a tempo determinato e maternità facoltativa, secondo cui la madre lavoratrice ha diritto a usufruire di un periodo di tempo (di solito sei mesi) in cui assentarsi fino al compimento degli otto anni del bambino. Questo, diciamo, “bonus” può interessare anche il padre, scegliendo se suddividerlo tra i due genitori. Durante il periodo di assenza, il lavoratore percepirà solo il 30% dello stipendio.

Inoltre, sempre per quanto riguarda lavoro a tempo determinato e maternità, la lavoratrice ha diritto a due pause giornaliere, della durata di un’ora ciascuna, durante il primo anno di vita del bambino. Lo stipendio percepito rimarrà invariato e, in caso di part-time – e quindi di un orario inferiore alle sei ore lavorative –, si potrà effettuare una sola pausa.

Nel contratto a tempo determinato e maternità esiste anche la possibilità di assentarsi per malattia del figlio, con il limite di cinque giorni l’anno fra i tre e gli otto anni del bambino.

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