Licenziamento con contratto a tempo determinato

Tutto quello che c'è da sapere sul licenziamento nel caso di contratto di lavoro a tempo determinato, anche nel caso in cui la fine del rapporto subordinato sia senza giusta causa (licenziamento illeggitimo).

Quando si stipula un contratto a tempo determinato con il proprio datore di lavoro è importante informarsi adeguatamente sui propri diritti in questo arco di tempo, in modo da assicurarsi di prevenire delle azioni scorrette da una delle due parti.

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Uno dei punti fondamentali è che non può avvenire il licenziamento prima della scadenza del contratto a tempo determinato. Infatti, devono esserci delle motivazioni valide a sostenere la causa del datore di lavoro, in caso contrario non c’è alcuna possibilità di annullamento di tale accordo. Lo stesso vale per il dipendente, che non può presentare un recesso senza giusta causa a sostegno di tale tesi.

Cosa fare in caso di licenziamento illegittimo con contratto a tempo determinato

Durante il periodo che prevede un contratto a tempo determinato, di solito non superiore ai 36 mesi, sia il dipendente che il datore di lavoro si impegnano a rispettare dei vincoli che prevedono l’impossibilità di licenziamento prima della scadenza del contratto a tempo determinato.

Questo serve a tutelare il dipendente, che, nel caso di un licenziamento senza preavviso con contratto a tempo determinato, può fare causa al datore di lavoro e ottenere, così, indietro lo stipendio equivalente al periodo di tempo che sarebbe dovuto trascorrere prima della scadenza del contratto.

In questo caso, si parla di licenziamento illegittimo con contratto a tempo determinato, che non può essere giustificato per motivo oggettivo o soggettivo. Il datore di lavoro si riserva, invece, il diritto di licenziamento per giusta causa con contratto a tempo determinato, che viene associato a motivazioni gravi che hanno portato alla perdita di fiducia del capo nel dipendente.

Validità del licenziamento nel periodo di prova con contratto a tempo determinato

Discorso diverso è il licenziamento nel periodo di prova con contratto a tempo determinato. Trattandosi, come dice il nome stesso, di una “prova”, entrambe le parti hanno il diritto di rinunciare senza preavviso e senza dover giustificare la loro decisione. Unica eccezione riguarda il sospetto del dipendente di essere stato vittima di una qualunque forma di discriminazione. In questo caso, il datore di lavoro è tenuto a motivare tale decisione per verificare che non sia, realmente, stato messo in atto un qualche motivo illecito.

Ma non è solo il datore di lavoro a doversi attenere a certe regole: anche il lavoratore non può recedere una volta stipulato il contratto, se non per giusta causa. In tal caso, egli verrebbe risarcito secondo ciò che gli spetta per l’arco di tempo che sarebbe dovuto trascorrere fino alla scadenza del contratto. In caso di recesso illegittimo, sarà il datore ad aver diritto a un risarcimento. Non assume, di conseguenza, validità neanche un preavviso di licenziamento con contratto a tempo determinato.

Risulta evidente di come questa tipologia di contratto sia altamente limitata nei confronti di entrambe le parti, ma soprattutto con finalità di tutelare il lavoratore.

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